Il cane è il migliore amico dell’uomo. Vale anche per gli italiani che infatti continuano ad adottare cani e gatti, ma anche pesciolini e uccellini alimentando un mercato, quello del pet care, che non ha conosciuto crisi e che si è mantenuto stabile negli anni anche durante i momenti più gravi della crisi economica.
Secondo l’ultimo rapporto Assalco-Zoomark 2017, in Italia ci sono 60 milioni di animali domestici. La quota più consistente spetta ai pesciolini che sono 29.915, al secondo posto gli uccellini che sono 12.898.000, infine ci sono 14.449.000 tra cani e gatti. In totale in Italia i cani sono 6.967.000, un numero consistente che però non è tra i più alti in Europa. Il Paese europeo ad avere in assoluto più cani è il Regno Unito nel quale si trovano 8,5 milioni di cagnolini.
Chiaramente questi numeri prendono in considerazione solo gli animali domestici, animali da compagnia e ovviamente solo i cani dotati di microchip mentre per i cani randagi vanno fatte altre valutazioni anche perché i conti, in questo caso, richiedono un monitoraggio dei singoli comuni italiani e dell’attività dei canili dove questi cani sono accolti, cosa non facile.
Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, aggiornati al 2017, una stima del numero di animali randagi in Italia sarebbe di 700.000 cani randagi. In realtà, stando ai dati di ingresso di questi animali nei canili sanitari, il numero di cani randagi accolti da queste strutture è di 88.862 il resto quindi è libero per le strade del Paese.
La regione che accoglie più cani randagi è la Lombardia, con 11.623 cani. A seguire c’è la Campania (10.250), poi l’Emilia-Romagna con 9.137. Difficile fare una stima più precisa di così anche perché molti sindaci e molte istituzioni non fanno bene il loro dovere. La cura e l’accudimento degli animali randagi richiede risorse economiche e molti amministratori fanno finta di nulla e non si preoccupano di risolvere per bene il problema del randagismo nelle città. Per rendersene conto basta dare un’occhiata alla curva degli investimenti in cura degli animali proveniente sempre dallo studio del Ministero della Salute. Nel 2005 i fondi statali stanziati erano pari a 4.271.578 mentre nel 2017 erano solo 297.243.
