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Quanto vivono i gatti anziani?

7 Settembre 2020

Rispetto agli esseri umani, i gatti hanno una vita molto più breve. Anche se è impossibile calcolare qual è l’aspettativa di vita di ogni singolo animale, è possibile però fare delle stime medie di mortalità sulla base di diversi fattori. Un gatto in buona salute, e in buone condizioni ambientali, può vivere in media 15 anni. Questo però non significa che i felini non possano vivere di più, infatti sono moltissimi gli animali che superano abbondantemente questa età e raggiungono serenamente anche i 18-20 anni. Esiste anche un caso di gatto, che è entrato nel Guinnes World Record, che ha vissuto per 38 anni.

Quanto vivono i gatti domestici

I gatti domestici hanno un’aspettativa di vita molto più lunga rispetto ai gatti randagi. La vecchiaia però anche per loro è una fase della vita abbastanza delicata e, in particolare quando il gatto inizia a diventare anziano, più o meno a partire dai 14 anni, può iniziare a soffrire di diverse patologie. I reni dei gatti anziani si affaticano più facilmente, l’alimentazione deve cambiare, bisogna effettuare controlli più ravvicinati dal medico, e tutti questi sono fattori che influenzano di molto la lunghezza della vita dell’animale. Un altro fattore che influenza l’aspettativa di vita è la razza del gatto. Alcune razze infatti sono più soggette a contrarre o sviluppare alcune malattie anche mortali. Infine, anche la sterilizzazione e le vaccinazioni sono fattori che allungano senza dubbio la durata di vita.

Per farsi un’idea di quanto vive un felino, occorre capire come si contano gli anni dei gatti e quand’è che un gatto si può considerare anziano, infatti una volta superato il secondo anno di vita del gatto (che corrisponderebbe più o meno a un’età umana di 24 anni) i singoli anni di vita del gatto corrispondono a quattro anni umani. A dieci anni quindi il felino ha un’età di 56 anni. A 15 anni, la sua età umana sarebbe di 76 anni!

Quanto vivono i gatti randagi

Sulla lunghezza della vita dei gatti incidono numerosi fattori, tra i quali, come abbiamo ricordato, i più importanti sono le cure costanti, l’attenzione per l’alimentazione, una vita priva di rischi. Dunque è scontato dire che i gatti che vivono in casa sono molto più tutelati e possono aspirare a una vita più lunga. Un gatto randagio ha un’aspettativa di vita mediamente più bassa di un gatto domestico. I randagi vivono infatti in media 4-8 anni perché vanno in strada, sono soggetti a numerosi pericoli, malattie infettive e soprattutto devono affrontare il freddo della stagione invernale e non possono contare su un’alimentazione corretta e regolare. Non avere una dimora, né poter disporre di cure in caso di bisogno, riduce nettamente le possibilità di sopravvivenza.

Cosa fare per far vivere di più il proprio gatto?

Esattamente come per gli esseri umani, un’alimentazione sana, uno stile di vita regolare, controlli e cure mediche sono tutti fattori che influiscono sulla durata della vita degli animali e chiaramente la allungano. Tutto quello che si può fare per far vivere di più il proprio gatto è vaccinarlo, nutrirlo in modo adeguato alla sua età e alle sue esigenze specifiche, incoraggiarlo a fare movimento per mantenerlo attivo e in salute, intervenire immediatamente in caso di problemi di salute. Infine, anche la castrazione o la sterilizzazione aumentano considerevolmente la durata di vita media del gatto in quanto limitano il rischio che i maschi abbiano problemi a prostata e testicoli, e per le femmine riducono la probabilità di sviluppare cisti, cancro al seno, tumori ovarici o infezioni uterine.

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