La sindrome di Horner nel cane è una malattia dell’occhio. Si tratta di un disturbo che interessa il sistema nervoso simpatico, che è responsabile del restringimento della pupilla in seguito a stimoli come la paura, l’eccitazione o la rabbia.
Quando l’l’innervazione simpatica nel suo percorso dal cervello all’occhio viene danneggiata per qualche motivo, si verificano tutti i disturbi dell’occhio dei cani connessi con la sindrome di Horner, i cui sintomi sono: pupilla più piccola (miosi), enoftalmo (occhio arretrato nell’orbita), terza palpebra sollevata, palpebra superiore leggermente abbassata.
Le cause della sindrome di Horner sono spesso legate ad un danneggiamento delle vertebre T1-T3 del midollo spinale, di un trauma del collo ma può essere anche causata da un aggravarsi dell’otte media, da una neuropatia periferica o da un danno del bulbo oculare. In alcuni casi, circa il 40-50% dei casi di sindrome di Horner, la malattia non ha cause scatenanti note e per questo motivo viene definita idiopatica. In questo caso, tende a risolversi spontaneamente nel giro di circa 15 settimane.
La cura della sindrome di Horner dipende molto dalla gravità del danno al sistema nervoso, che influenza anche le possibilità di avere una guarigione completa. A seconda della gravità, i veterinari distinguono tre gradi della malattia. La Sindrome di Horner di primo ordine è quella più grave, con assenza totale di innervazione, di secondo ordine quando interessa la zona pregangliare e di terzo ordine quando interessa la zona postgangliare. Per fare una diagnosi corretta il medico esegue esami neurologici e prove farmacologiche che servono a stabilire in quanto tempo l’occhio reagisce alla somministrazione del farmaco. Il veterinario in genere utilizza la fenilefrina all’1% e in base al tempo di risposta della pupilla individua lo stato di avanzamento della malattia. Un cane che ha una sindrome di Horner di primo ordine, il più grave, ha una pupilla che tende a rispondere in circa 90 minuti.