La compagnia di un animale domestico fa bene alla salute. Lo testimoniano tantissimi studi scientifici tanto che la pet therapy è ormai diventata una pratica molto utilizzata per agevolare e accelerare la guarigione di alcune patologie come ad esempio le turbe emotive, la riabilitazione fisica, le lesioni invalidanti, ma è utile anche per chi soffre di autismo, di disabilità nello sviluppo e per i giovani a rischio per patologie sociali.
Non tutti gli animali sono adatti alla pet therapy, infatti in generale i più utilizzati sono i cani e poi i gatti a anche i cavalli. Questi sono gli animali che più sono disponibili al contatto con gli umani, che si lasciano tenere in braccio, che non sono aggressivi e che riescono a stabilire dei legami affettivi con le persone che li curano e che stanno insieme a loro.
Da questo punto di vita il gatto è l’animale ideale per la pet therapy perché è allo stesso tempo desideroso di coccole ed autonomo, non richiede un impegno esagerato, è allegro e affettuoso e per questo stimola il buonumore. La sua presenza in casa è discreta, è un animale molto abitudinario che sa integrarsi alla perfezione nella vita e nelle abitudini familiari senza essere troppo invadente. Il rapporto con il gatto è molto gratificante dal punto di vista affettivo ma è meno impegnativo di quello che richiedono altri animali.
Per tutti questi motivi è stato dimostrato che la pet therapy con il gatto è utile nei casi di patologie psichiatriche, ma anche per chi soffre di ipertensione arteriosa e di infarto del miocardio. È adatto alla convivenza con persone anziane o con difficoltà psicomotorie che non potrebbero accudire animali grandi. I gatti vengono anche utilizzati nel trattamento delle patologie visive nei bambini perché, attraverso il tatto, i piccoli possono cominciare ad avere consapevolezza di forme, odori, calore, morbidezza e sensazioni tattili. Inoltre il gatto è stato utilizzato con anche nel trattamento di recupero dei detenuti all’interno delle carceri.