Quando un cane se ne va lascia un vuoto immenso nel cuore del suo padrone. Ogni animale è unico e insostituibile e la sua assenza è difficile da colmare. Solo i grandi poeti hanno saputo spiegare a parole la tristezza per la morte di un cane, qui trovate una piccola raccolta di 5 poesie per un cane che non c’è più.
Assenza di Luciano Somma
La tua presenza
colmava il vuoto
della mia oziosa solitudine
spesso mi contrariava
il tuo lungo abbaiare
che mi manca
mostravi tutta la tua gratitudine
stendendoti ai miei piedi
mi contemplavi
percependo a volte le mie azioni
ci capivamo
nell’incrociarsi dei nostri sguardi
e ci ritrovavamo
nel nostro mondo
forse
non ero solamente il tuo padrone
ma il vero amore
oggi non ci sei più
la tua specie meticcia
si è dissolta
uguale agli altri
nella nuda terra
per me
sei una ferita aperta
nel ricordo
dentro al mio vuoto
nel ripiombato abisso
d’un’altra e più profonda
solitudine.
Abbandono di Marina Vella
In un angolo di buio
vidi quel musetto
cercare tra le macchine
il suo padrone perduto
“Chi è l’uomo?
Chi è la bestia?”
uno slogan ripetuto
come tamburo in mente.
Dignitoso e silente
Il cagnolino guardava
oltre il mio insistente
fissare “lui” per strada…
…e come ogni altra creatura
amata e abbandonata
ritto sulle zampe
aspettava e cercava…
…Finché ogni rumore
scemò completamente
e il suo musetto triste
si addormentò col niente…
Ti piangerò di Luciano Somma
Amico a quattro zampe
Nei tuoi occhi
Vedo lampi di gioia spesso alternati
A qualche ombra di malinconia
Nel tuo abbaiare
Cerco di capire
Ciò che vorresti dire
E ti comprendo quasi sempre, sai,
Come tu mi capisci e mi vuoi bene.
Se Dio però ti ha tolto la parola
Ti ha dato per compenso il grande dono
L’unico e immenso della fedeltà.
Troppo brevi i tuoi anni
Rispetto ai miei, ma li viviamo intensi
con l’amore di chi sa di trovare
nello sguardo dell’altro comprensione
quella che forse può chiamarsi amore.
Se tu dovessi andartene
In quel cammino ignoto
Forse sospeso tra la terra e il cielo
Molto prima di me
Sappi che io
Anche se metterò su questo viso
La maschera di chi vuol fare il duro
Per nascondere agli altri il mio dolore
Ti piangerò puoi esserne sicuro.
Nei miei primi anni di Eugenio Montale
Nei miei primi anni abitavo al terzo piano
e dal fondo del viale di pitòsfori
il cagnetto Galiffa mi vedeva
e a grandi salti dalla scala a chiocciola
mi raggiungeva. Ora non ricordo
se morì in casa nostra e se fu seppellito
e dove e quando. Nella memoria resta
solo quel balzo e quel guaito né
molto di più rimane dei grandi amori
quando non siano disperazione e morte.
Ma questo non fu il caso del bastardino
di lunghe orecchie che portava un nome
inventato dal figlio del fattore
mio coetaneo e analfabeta, vivo
meno del cane, e strano, nella mia insonnia.
Testamento di un cane (Anonimo)
Amico mio, la mia eredità non è fatta di beni materiali, ma resteranno tuoi per sempre l’allegria, la gioia di vivere, il rispetto che spero di averti insegnato in tanti anni di vita in comune. Se sono riuscito a spiegarti cos’è l’amore di un cane e tu sarai capace di regalare un amore che gli assomigli anche solo un po’ – a qualsiasi essere vivente, uomo o animale che sia – spero di averti lasciato un bene inestimabile e scodinzolerò felice tra le nuvole. Una raccomandazione: non provare a dimenticarmi, non ci riusciresti… e non dire: “Basta animali, ho sofferto troppo”; se lo dicessi, vorrebbe dire che non ti ho lasciato nulla.
Se ti ho insegnato l’amore dimostramelo, offrendolo ad un altro animale: ti darà anche lui tenerezza, allegria ed ancora amore. E alla fine ti lascerà un testamento come questo. Cosa? Senza accorgertene, continuerai ad imparare e crescere, ed un giorno ci ritroveremo tutti insieme in un unico paradiso, perché non c’è un Paradiso per gli uomini ed un Paradiso per gli animali, ce n’è uno solo per tutti quelli che hanno imparato ad amare.